
MANIFESTO
Ho sognato Gianni Sassi!
Chi?
Gianni Sassi! Il grande pubblicitario, ma anche fotografo, editore, produttore discografico e organizzatore di performance ed eventi di controcultura, musica, arte e poesia nella Milano dagli anni 60 e 70 fino agli anni 90.
-Mai sentito.
Gianni Sassi! Il poliedrico provocatore, il visionario sperimentatore, il vulcanico genio della comunicazione che pareva non dormisse mai per quanto fosse prolifico... quello che sfornava immagini grottesche come quella del Battiato tinto di calce appollaiato sul divano Busnelli, i poster con le bamboline dalla testa mozzata o le copertine dei dischi degli Area con gli omini di legno lucchettati, fino alle pubblicità delle piste Polistil con Paola Pitagora in minigonna su Topolino! Capito adesso chi?

Hmmm... Si e no. più no che si, ma non importa, vai avanti...
L'ho sognato e mi ha detto con voce ferma e roboante: "Piccirì!"
Parlava napoletano? Ma non era milanese?
In realtà era di Varese, però si, nel sogno parlava in napoletano! Sai come sono certe dinamiche dei sogni... confuse... ribaltate... astruse...
Ok, quindi "Piccirì!" e ti ha dato tre numeri buoni da giocare al lotto?!
No, quello era un altro "Piccirì", ma non divaghiamo. Mi ha detto: "Piccirì! Inventati un periodico di umorismo, satira e sperimentazioni e sul logo mettici la mia bella facciona diversamente rassicurante! Ci siamo capiti?". Capito?
Eh, hai detto niente!
Proprio quello che gli ho risposto io: "Hai detto niente! Ti pare facile? Serve tempo, va intercettata gente che dia una mano, che chiederà giustamente di essere pagata, per cui ho bisogno di sponsor che finanzino l'ope..." E lui perentorio e visibilmente alterato mentre aumentava pure di volume, cioè, proprio di ingombro scenico, mi ha puntato il dito contro e ha urlato: "FALLO!"
Azz! Incazzoso il personaggio?
Notoriamente burbero, stando ai dicunt, ma sai, in molti casì un certo brutto carattere, come diceva Baudelaire, è prerogativa di genialità e qui dubbio non v'è alcuno! Allora io per ricapitolare e calmarlo: "Ok, allora ci mettiamo dentro un po' di immagini spiazzanti e tante vignette. Ma come faccio da solo? Anche per differenziare gli stili, avere divergenze di vedute, colori, suoni, sapori e sfumature, dovrò per forza di cose assoldare altri che..." ed è partito un altro "FALLO! T'agge ritte!"
Stavo per dirlo io...
E poi: "Circa i contenuti di testo con tutte le divagazioni del caso, serviranno persone in gamba, autori con acume ed esperienza, capacità di analisi e con il dono della sintesi, perchè siamo circondati da gente che non legge oltre le dieci righe... Una boccata di ossigeno che ci allontani da questa realtà asfittica e ci regali un senso di leggerezza...
E scommetto che lui di nuovo: "Fallo, t'agge ritte!"
No, stavolta no, ha detto invece: "Bravo! Leggerezza è un concetto chiave, da tenere ben presente. Devi trovare il modo di miscelare nuova linfa ed energie fresche con ricette antiche e metodologie collaudate perchè, ricordatelo sempre, il giovane corre veloce ma il vecchio conosce la strada!"
Questa l'ho già sentita.
Anch'io. E allora per chiudere: "Chiaro, vecchi e giovani da amalgamare, follia e saggezza, ma ribadisco che occorre tempo e denaro, perchè da quello che vedo nessuno è disposto a muovere un dito se no..."
Eccolo! "FALLO, t'agge ritte!"?
Si, stavolta si, ma in maniera più pacata. Quasi l'eco sfumato dei precedenti. E poi ha aggiunto: "I soldi vanno e vengono e noi operiamo in funzione dell'essere non dell'avere. Siamo uomini del fare. E ho detto tutto!"
Anche questa chiosa mi risuona familiare...
Si, ma ho evitato battute, l'ho visto rasserenato, soddisfatto per aver portato a termine il compito. Ha accennato anche un sorriso subito smorzato, non mi pareva il caso di contrariarlo o smontarlo e gli ho mormorato cose del tipo: "Ok, al risveglio ci lavoro su. Lo faccio! SI SI!" perchè tanto non c'era altro da dire. Ci siamo guardati negli occhi e ci siamo sentiti come ALLINEATI! Hai presente? E poi mentre ci salutavamo e lui pareva disgregarsi nel buio gli ho chiesto: "ma come hai fatto a trovarmi e perchè ti sei reso manifesto proprio a me?"
"E che t'ha risposto il disgregando?"
"Che ha trovato la porta aperta!"