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Roberto Manfredi

LA VERA STORIA DI THE DARK SIDE OF THE MOON

Nel 1971 il giovane musicista italiano Alvaro Mancinelli di Senigallia incontrò per caso Alan Parsons in un negozio di dischi a Carnaby Street a Londra. L’occasione fu la disputa per comprare l’unica copia rimasta dell’album “Moving Waves” dei Focus, band prog olandese di culto in quegli anni. Parsons sostenne di aver preso l’album per primo e di averlo appoggiato al banco della cassa, ma di essere tornato indietro per guardare un altro scaffale di vinili. Mancinelli passando davanti al banco notò l’album che combinazione era proprio quello che cercava e lo comprò. Tra i due nacque una discussione e quando Alvaro si accorse che stava litigando con il più celebre ingegnere del suono di tutta l’Inghilterra, gli regalò l’album. Parsons invece gli offrì una birra in un pub difronte. Alvaro aveva imparato l’inglese sui testi delle canzoni ma in qualche modo si fece capire quando consegnò una musicassetta a Parsons chiedendogli di ascoltarla. Disse che era un demo della sua band di Senigallia : i “ Bagliori spaziali”. Sulla cassetta erano riportati i titoli delle canzoni . Parsons gli chiese informazioni sul progetto e Mancinelli disse che era un album concept sul mistero e che aveva preso come soggetto e simbolo del concept la faccia nascosta della luna. Parsons gli rispose che aveva avuto una bella intuizione e che avrebbe ascoltato volentieri la cassetta, così scrisse su un foglio il suo numero di telefono. I due si salutarono e non si videro più.

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Due anni dopo Mancinelli passando davanti a un negozio di dischi ad Ancona vide esposto in vetrina l’album The Dark Side of The Moon dei Pink Floyd. Era l’aprile del 1973. Il ragazzo entrò immediatamente nel negozio, afferrò l’album e saltando la fila davanti alla cassa lo comprò immediatamente. Gli altri clienti lo insultarono ma lui in quel momento era sotto shock. Uscì dal negozio senza mai staccare lo sguardo dal disco urlando : “maledetti figli di puttana”. Non si riferiva ai clienti che poco prima l’avevano insultato ma ai Pink Floyd. Mancinelli ne era sicuro. Il titolo era suo e anche alcuni titoli di canzoni comprese nell’album , come “Speak to me” e “Money”. Quando tornò a casa tutto trafelato e ascoltò il disco fu preso da una furia incontenibile perché oltre ai titoli anche le due musiche erano sue. Tutta la famiglia Mancinelli ne fu testimone, il padre, la madre e il fratello maggiore. Tutti convennero che bisognava trovare un bravo avvocato e intentare una causa per plagio sia ad Alan Parsons che ai Pink Floyd, in particolare a Roger Waters. Il padre che vendeva pizza e focacce al trancio nel centro storico di Senigallia disse al figlio: “ Co’ i soldi che ce darann i Floyd ce cumpramm la Rotonda, così ce poi sonà tutt le sere e la finisc de sonà in cantina, che c’hai rotto i cojoni”. La Rotonda era la mitica Rotonda a Mare sulla spiaggia di Senigallia, quella che Fred Bongusto aveva immortalato nella sua celebre canzone. Fu contattato il miglior avvocato marchigiano, Pardo Simoncioni che incassato l’anticipo dai Mancinelli penso' di volare a Londra per incontrare Alan Parsons e Roger Waters. Purtroppo commise un fatale errore perché all’aeroporto di Ancona fu pescato dai cani antidroga. Perquisito, fu trovato in possesso di dodici grammi di hashish, qualità marocchino rosso. Processato e condannato fu rinchiuso nel carcere di Pesaro. Alvaro non si perse d’animo e cercò di convincere il padre a cercare un altro avvocato ma lui lo guardò dritto negli occhi e gli disse : “ Adè hai rott i cojoni, te, i Pink Floyd, l’avvocat che se droga e sta’ cagnara della Luna. Se nun te và de lavorà da me vai a vend i bomboloni sulla spiaggia, hai capit ? Sai qual è l’unica faccia della luna che non hai visto ? La tua, faccia de cazz”. Il giorno dopo Alvaro vendette la sua chitarra elettrica e si mise a impastare pizze e focacce per otto ore al giorno. Oggi possiede una catena di rivendite di pizze su tutta la riviera adriatica ed è pieno di soldi. Il suo sogno? Riformare i Pink Floyd e farli suonare alla Rotonda di Senigallia, ma non tutto l’album, solo i suoi due pezzi: “ Speak to me” e “Money” e poi a fine concerto, firmare il borderò SIAE davanti Roger Waters.

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