Maurizio Di Bona è theHand
(di Antonio Ingrao su Piazza Liberazione 12/2006)

Maurizio Di Bona è theHand, theHand è Maurizio Di Bona cioè la stessa persona, la stessa mente la stessa mano, scrivono e disegnano sul Nolano Giordano Bruno. Già il personaggio, Giordano Bruno, è di quelli che “…fan tremare il polso e la mente” e se a questo si aggiunge l’incognita dell’autore poco noto al grande pubblico ecco che si comprende appieno quanto possa essere difficile oggi pubblicare un libro nel nostro paese. Racconta Di Bona, e noi gli crediamo, degli ostacoli, degli atteggiamenti velatamente censori “a priori” che hanno impedito per lungo tempo che il libro venisse dato alle stampe. Racconta, sempre Di Bona, di chi non vuol mischiare o forse rischiare una parola di più su una iniziativa artistica che temerariamente volge lo sguardo oltre la linea del consentito, oltre l’orizzonte del quieto vivere dei tempi nostri; aggiungiamo noi in un nostro tempo appiattito su parole inutili, parole disperse nell’etere da canali televisivi complici del sistema, media proni e acquiescenti, giornali e riviste patinate che sprizzano paroloni spalmati su fogli bianchi tinti d’inchiostro, più geroglifici che parole leggibili con la determinata volontà di chi scrive di non farsi capire. Anche noi come redazione avevamo a suo tempo, segnalato l’ottima iniziativa editoriale, il libro di Maurizio Di Bona, alle pagine culturali di “Liberazione” ma evidentemente i compagni del nostro quotidiano erano affaccendati in ben altre faccende. O forse sono veritiere le parole di Maurizio: questo libro “… non s’ha da scrivere né disegnare”? Forse ha ragione Maurizio e tutti coloro che hanno investito tempo e riflessioni sull’opera di Giordano Bruno, questo libro “… non s’ha da scrivere né disegnare”, eppure è stato scritto, è stato disegnato, è stato pubblicato nonostante tutto e tutti! Ma chi è Giordano Bruno? A chi mette paura e incute timore? Chi non riesce, a distanza di oltre quattrocento anni a sentirsi al sicuro dalle parole del Nolano nonostante il fuoco empio abbia fatto cenere del suo corpo terreno? "Forse avete più paura voi che emanate questa sentenza che io che la ricevo" Coloro che, forse, sono sopraffatti dalla stessa paura che attanagliava i signori della chiesa del 1600 tanto da far distruggere l’immagine del Nolano, rendendolo invisibile in sembianze ritratte non prima di aver offerto alle fiamme, arso al rogo, bruciato vivo, in quel Campo de’ Fiori in Roma quel 17 febbraio 1600, il corpo nudo e la bocca chiusa da una mordacchia, senza però essere riusciti a bruciarne lo spirito ed il lascito filosofico, alla faccia di Clemente VIII. E cosi è, Giordano Bruno e la sua “eresia” vivono ancora oggi nonostante le tenebre della restaurazione culturale dei nostri tempi. Maurizio Di Bona per rappresentare nel suo libro il volto di Giordano Bruno, prende a prestito l’indimenticabile volto di Gianmaria Volonté, interprete di quel Giordano Bruno nell’opera cinematografica di Giuliano Montaldo, del 1973. I tratti del disegno sono netti, nitidi, quasi di una limpidezza che fa intravedere il non visibile e scruta in profondità nell’anima del personaggio. Le tavole illustrano compiutamente i passaggi del testo, lo vivificano ed al tempo stesso lo fortificano, il taglio verticale dell’inchiostro è propedeutico all’economia del disegno, lo rendono matrice attiva di un sogno che si concretizza sul bianco del foglio. Il volto di Gianmaria Volonté si incarna in quello di Giordano Bruno, si compenetra nella pelle, nelle cartilagini nelle ossa, negli occhi, nelle mani… E’ veramente così come Di Bona stesso dichiara, "Il personaggio ha preso corpo, si è mosso da sé con una potenza impressionante". “E’ vero”, aggiunge Giuliano Montaldo nella sua prefazione, "Questa potenza è nelle tavole che illustrano il libro".